Scienza & Conflitto nel Cinema
“Non credo che la scienza possa proporsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana. Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed ogni nuova macchina non sarà che fonte di nuovi triboli per l’uomo. E quando, coll’andar del tempo, avrete scoperto tutto lo scopribile, il vostro progresso non sarà che un progressivo allontanamento dall’umanità.”
B.Brecht
Hacking netculture e sabotaggio
di Arturo di Corinto
Autorevolezza contro autorità, competenza contro gerarchie, libertà contro controllo
All’inizio c’era l’attivismo.
Diverso dalla militanza nei partiti e nelle associazioni, l’activism è l’azione diretta dei movimenti di base per denunciare un torto, contestare una scelta politica e dare voce alla protesta sociale su questioni specifiche. Poi è venuto l’hack-tivism, l’attivismo al computer, l’azione diretta in rete con tecniche da hacker, e dopo ancora il media-attivismo, l’uso consapevole e critico di telecamere, televisioni di strada e web-tv autogestite. Oggi va di moda l’attivismo 2.0: giovani e meno giovani hanno abbracciato i social media (il web 2.0) per promuovere campagne sociali e fare attivismo oltre le forme tradizionali degli scioperi, delle occupazioni, dei boicottaggi, dei cortei e delle petizioni virtuali.
Trento contro IBM e l’apparato bellico nelle università
Nelle scorse settimane (il 13 e poi il 18, 19 e 29 aprile) si sono tenuti a Trento gli ICT Days, dove ICT sta per Information and Communication Technology. L’evento, organizzato dall’ università di Trento, dalla Fondazione Bruno Kessler e da Trento Rise, ruotava attorno all’ inaugurazione di un nuovo laboratorio di IBM per la ricerca sul linguaggio automatico (“IBM language and knowledge center for advanced studies”) e dava considerevole spazio alla propaganda del progetto “Smart Cities”, altro settore di punta di IBM.
Le tecnologie della repressione “Non datele ai regimi autoritari”
di Arturo di Corinto (da La Repubblica)
I governi autoritari di tutto il mondo usano tecnologie europee ed americane per spiare i propri cittadini. Tecnologie per le intercettazioni email e telefoniche, tecnologie per il riconoscimento facciale delle foto di manifestanti e dissidenti, tecnologie per il riconoscimento vocale sulle reti mobili, tecnologie che possono avere conseguenze mortali per gli attivisti dei diritti umani e civili.
Assemblea Ore 16 – Aula Majorana – VEF
Vorremmo costruire un percorso che si articoli in una serie di incontri di riflessione e dibattito sulla nostra visione della figura dello scienziato nel mondo contemporaneo, su cosa voglia dire fare ricerca scientifica in questa società e se pensiamo che possano esistere alternative al modello attuale di ricerca. Sarebbe inoltre interessante iniziare un lavoro di inchiesta su come funziona il mondo della ricerca partendo dal nostro stesso dipartimento. Analizzare a vari livelli il cambiamento dell’idea del ruolo dello scienziato e della ricerca partendo dagli studenti, fino ai dottorandi, ai ricercatori e agli stessi professori.Proprio per capire insieme come proseguire e rilanciare il percorso ti invitiamo a partecipare all
ASSEMBLEA IN AULA MAJORANA GIOVEDI’ ALLE 16:00
Presentazione del libro “L’ape e l’architetto”
Lunedì 2 Aprile ore 16:00
aula Conversi (Fisica)
“L’ape e l’architetto” (di G.Ciccotti, M. Cini, M. de Maria, G. Jona-Lasinio, con saggi di Lippi, Narducci, Parisi) pubblicato nel 1976, è uno dei testi che ha maggiormente contribuito a cambiare il modo di leggere i rapporti tra scienza, storia e società. Il volume vuole portare la riflessione sul carattere storico della scienza, fuori da una critica soltanto distruttiva, quanto da una sua santificazione:
la scienza non è neutrale.
Cos’è Scienza e Conflitto:
Perché fai ricerca? Perché studi una materia scientifica? Quale ruolo pensi che gli/le scienziati/e abbiano nella società? Cos’è la scienza? Cosa ne pensi dell’università di oggi?
Vorremmo avere da te un testo, un saggio, un pippone, uno sproloquio con le tue idee su tutto questo. Partiamo assumendo che essendo la produzione scientifica un’attività umana particolare e specifica, essa non è comprensibile di per sé, ma solo all’interno di un’analisi più complessiva della società, del sistema produttivo e del momento storico.
Sentiti libero/a di argomentare fino alla noia su queste basi. Ci rendiamo conto che non è possibile separare l’oggetto del nostro atto di conoscenza dalle ragioni di quest’atto e che, se la scienza è una complessa metodologia per trovare delle risposte, potresti, quindi, trovare necessario spendere due righe sui meccanismi socio-economici che ritieni portino alla formulazione delle domande… Perfetto, spendile.
Riteniamo essenziale che si torni a riflettere e dibattere su questi temi, scrivici a [scienziati@insiberia.net].
Pubblicheremo sul nostro blog (officinafisica.noblogs.org) i contributi che ci manderete.
Un esempio del tipo di generiche riflessioni che ci siamo fatti finora lo puoi trovare qui, ma se vuoi dare un contributo trattando un argomento specifico su scienza e società o del ruolo che essa si trova ad avere all’interno dei conflitti sociali, puoi prendere spunto da qui o qui. Riteniamo importante come studenti e studentesse analizzare ricerca e università, scienza e sapere, per non diventare soltanto tecnici delle nostre conoscenze, ma sviluppare un senso critico, che possa mettere in discussione la realtà che ci circonda.
Assemblea dell’Officina di Fisica
Scienza e Conflitto
Nel 1946, dopo i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, gli stessi scienziati che avevano contribuito a sviluppare e a testare la bomba atomica, diedero vita ad un forte movimento di opinione contro il suo utilizzo. Questo atteggiamento è emblematico dell’ingenuità e ipocrisia con la quale gli scienziati interpretano e considerano il proprio ruolo nella società.
La scienza non è neutrale, ma porta inevitabilmente con sé tutte le conseguenze dei rapporti sociali e del contesto storico in cui viene partorita. Il pensiero contrario è un vecchio rottame del positivismo ottocentesco.
Scienza e tecnica al servizio della guerra
La volontà di ricercare gli intrecci tra ricerca scientifico-tecnologica e ambito militare ci ha portato a spulciare un documento delle Nazioni Unite (NATO) dal titolo: “Urban Operation 2020, Research & Technology Organization, Technical Report”. In questa versione (pubblicata nell’aprile del 2003) si indicano i principali filoni di ricerca che si reputano importanti per il miglioramento delle capacità tecnico-organizzative e della efficacia delle truppe in scenari di guerra del 2020. Sembra incredibile, ma il tutto parte da un’assunzione che ammette molte delle contraddizioni del sistema dominante. E’ infatti innegabile che il capitalismo e il neoliberismo stiano acuendo le disparità fra paesi ricchi e paesi poveri e all’interno degli stessi paesi fra pochi ricchi che detengono il potere e una massa crescente di persone che vive in condizioni disumane.