Sapienza antifascista, con rabbia e con amore.

1980- 2017: VALERIO VIVE, UN’IDEA NON MUORE!

Sono passati trentasette anni da quando Valerio è stato ucciso. Era uno studente dell’Archimede, liceo scientifico della periferia romana, di quasi diciannove anni. Militante comunista, da tempo stava lavorando ad un dossier che indagasse i rapporti tra lo stato e la destra fascista. Il 22 febbraio 1980 tre assassini entrarono nella sua casa a via Monte Bianco facendo credere alla madre di essere suoi amici; non appena dentro immobilizzarono i genitori, Carla e Sardo, costringendoli ad aspettare inermi l’arrivo del figlio. Intorno alle 13:30 un colpo di pistola tolse la vita a Valerio Verbano. A oggi i suoi esecutori rimangono senza un nome.
Questa storia non deve essere dimenticata.
Vogliamo narrarla ancora con lo spettacolo teatrale “Rosso Vivo”, realizzato da Attrice Contro, attrice indipendente, e lo faremo su un palcoscenico importante come quello della Sapienza, perché pensiamo che la vicenda di Valerio non debba essere ridotta a una storia di quartiere né debba rimanere chiusa nei ricordi di chi l’ha vissuta. A fare da sfondo allo spettacolo verrà allestita una mostra nella quale saranno esposti i manifesti e le foto dei cortei che, di generazione in generazione, hanno visto in prima fila gli antifascisti e le antifasciste di Roma.


Ogni anno, a febbraio, migliaia di persone scendono in piazza per ribadire che la violenza fascista non deve rimanere impunita e che non è stata né sarà mai tollerata.


Oggi continuiamo a raccontare la storia di Valerio. Una storia che vive nelle aule autogestite, nelle battaglie studentesche per un sapere libero e accessibile a tutti/e, in ogni frontiera che viene abbattuta, nella costruzione di spazi di democrazia e autogoverno all’interno delle città, nelle lotte per il diritto all’abitare e nelle lotte femministe che, al grido di #nonunadimeno, rigettano la violenza strutturale vissuta dalla donna in tutti i suoi ambiti.
Ogni giorno, in tutte queste lotte, continuiamo a ripudiare il fascismo.

A VALERIO, CON RABBIA E CON AMORE!

Martedì 21.02 nel dipartimento di FIsica
Dalle ore 15:00:  
Mostra fotografica a cura di Daniele Napolitano e Valerio Nicolosi

Ore 17:00 Presentazione e Spettacolo teatrale Rosso Vivo (di e con Attrice Contro) 

A seguire aperitivo con musica dal vivo 
dj set con Mirko Mirkione Diggei e i diggei della ROTAS
il ricavato della serata a sostegno del restauro della targa in ricordo di Valerio

Mercoledì 22.02
ore 16.00   via Monte Bianco ‘Un fiore per Valerio’
ore 17.00   Corteo

Presentazione Scarceranda & Dibattito su BigData come strumento di controllo

Presentazione del percorso Mind the Gap, un progetto giunto al terzo anno, che vuole mettere in luce i rapporti tra scienza e società.
Il tema di quest anno è la non neutralità della scienza e della
tecnologia, in particolare ci soffermiamo sui meccanismi di gestione di dati, o meglio, di BigData.
La nostra tesi è che nel contesto capitalistico attuale la gestione dei dati genera profitti immensi e che essi siano al contempo uno strumento di controllo e repressione.

Assieme al collettivo AvANa entreremo nel merito della
questione presentando e analizzando, anche nel dettaglio, dei metodi repressivi/preventivi che fanno uso di questi strumenti tecnologici, in particolare:
algoritmi per la previsione delle contestazione e dei disordini
(arxiv.org/pdf/1604.00033 (PDF) (presentato a KDD2016) in cui si
presenta un algoritmo che estraendo dati dai social media fa previsione
sui disordini in sud america.
sistemi di precrimine, qui ci sono molti esempi ma stiamo ancora valutando i più opportuni.
– infine se avanza tempo si potrebbe trattare un caso fuori tema che è l utilizzo delle celle gsm per la localizzazione delle persone, e di come queste tecniche “avanguardistiche” siano potenti strumenti processuali, in senso più attinente si potrebbero trattare dell’utilizzo dei segnali gsm per la localizzazion di folle nelle contestazioni di piazza ed altri esempi.

Officina di Fisica “Roberto Perciballi” Sapienza
Mind the Gap. Festival di Scienza e Società

Big Data su Radio Onda Rossa

Ieri su Radio Onda Rossa, dai microfoni di Le Dita nella Presa, abbiamo parlato di Big Data, un introduzione ampia sui loro utilizzi e le loro ricadute scientifico e sociale.
Link al podcast

citando i compagni de Le Dita nella Presa
“Passiamo poi al tema del Big Data. Senza la pretesa di dare una definizione, diamo al fenomeno (scientifico, ma anche culturale) un minimo di ordine: i data saranno pure tanti, e a volte anche pubblici, ma i soggetti con le risorse per analizzarli sono pochi, ricchi e spesso antipatici: dalle corporation che ti profilano per vendere meglio, alle aziende che massimizzano lo sfruttamento del lavoro, al controllo poliziesco.

CONTRO IL VERTICE ITALIA-ISRAELE

torino-30-novA distanza di due mesi dal suo insediamento, il governo delle larghe intese si precipita ad inviare in Israele il suo primo ministro, come sua prima visita fuori dall’Europa, con l’obiettivo di confermare la continuità della politica italiana sulle questioni mediorientali ed il suo sostegno incondizionato ad Israele.

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Nel piano di studi metti la lotta!

Primo giorno nella facoltà di Fisica o iscritto ormai da molti anni?
Di sicuro, però,  sai che situazione ti aspetta mettendo piede in un’aula universitaria.

Ci troviamo di fronte a un’università, anno dopo anno, sempre più definanziata  e dequalificata, gestita come un feudo da professoroni e baroni.
Le  tasse universitarie aumentano a ritmi vertiginosi – per gli studenti fuoricorso  sono state esattamente raddoppiate-, le biblioteche chiudono, gli spazi di socialità mancano o vengono smantellati, gli alloggi dello studente e le borse di studio sono sempre di meno e vengono elargiti in base al merito, facendo sottostare chi ne voglia usufruire a un continuo ricatto: o sei produttivo o sei fuori!

La gestione mafiosa del nostro ateneo, come confermano le inchieste sul magnifico rettoreFrati, è funzionale più al mantenimento del proprio potere e dei propri interessi che alle necessità degli studenti, i primi a pagarne le spese, ma non gli unici. I lavoratori della Sapienza, infatti, da chi si occupa delle guardianie a chi delle pulizie, sono in mobilitazione contro la gestione Frati da più di due anni poiché costretti a condizioni di sfruttamento e precarietà insopportabili.

L’università, dunque, non fa che riflettere le condizioni sociali ed economiche dei lavoratori e dei giovani nella nostra cara Italietta, governata ormai da anni a colpi di tagli e austerità.
Nelle macerie dell’istituzione universitaria  le facoltà scientifiche sono di certo un’eccezione,  alcuni settori di ricerca sono ancora finanziati in quanto possibili ambiti di profitto per innumerevoli aziende, spesso e volentieri del settore bellico come, ad esempio, Finmeccanica.

Il dipartimento di Fisica è un florido  vivaio per futuri scienziati, lavoratori ultraspecializzati privi di ogni condizionamento etico e, nella totale assenza di finanziamenti pubblici volti a una ricerca libera,  ricattabili in tutto e per tutto.
Che senso ha la corsa contro il tempo per ottenere una laurea che ci assicura sempre di meno un futuro dignitoso e ci mette in competizione con i nostri compagni?! Vogliamo arrivare primi per essere sfruttati meglio, all’inseguimento di una borsa di ricerca o di inesistenti concorsi dopo anni passati con la testa china sui libri, senza neanche il tempo di sviluppare un sapere critico?
Nessuna speranza? Unica soluzione, scappare all’estero? Assolutamente no!

Noi abbiamo cominciato e abbiamo capito che organizzandoci insieme possiamo migliorare materialmente le nostre condizioni di vita. Se non lo facciamo noi nessuno lo farà per noi.
Sono  numerosi gli esempi di come riappropriandoci di ciò di cui abbiamo bisogno diamo risposte concrete ai nostri desideri: aule e spazi sottratti all’università in cui socializzare, studiare, scambiarsi libri e  appunti a costo zero, studentati occupati per sottrarsi al ricatto dell’affitto. Allo stesso modo, possiamo  organizzarci per contestare  un professore che non vuole mettere un appello in più, per dar vita a dei saperi nostri, non determinati dai ritmi e dagli interessi di un’università gestita da chi certo non ci vuole  pensanti e dotati di senso critico.

Proprio per questo ci trovarai, come oggi, tutti i martedì e i lunedì dalle 14 alle 16 fuori dal Vecchio Edificio di Fisica o in Ciclofficina con un archivio di libri, appunti e testi d’esame dei corsi di Fisica.  Munisciti di pennetta che quest’anno i libri non si pagano!
Ci siamo ripresi solo una piccola parte di quello che ci spetta…

ASSEMBLEA MARTEDI’ ALLE 14-IN CICLOFFICINA-VECCHIO ED. DI FISICA

Shock climatico ed energetico: il Pentagono si prepara alle proteste

Pubblichiamo un articolo di analisi di Nafeez Ahmed da www.znetitaly.org (Originale: The Guardian) che esplicita molti collegamenti che tornano di continuo nei contenuti del nostro blog.

Esercitazione dell’esercito USA in funzione antisommossa (fonte Dipartimento della Difesa USA)
Esercitazione dell’esercito USA in funzione antisommossa (fonte Dipartimento della Difesa USA)

Il primo effetto della crisi attuale è stato il trasformare le popolazioni “nazionali” in potenziali ma sicuri “nemici” dell’ordine capitalistico. E l’unica figura dello “Stato” ancora utile, nell’orgia dei privatizzatori, resta quella militare.

Non è un fenomeno originale, ma non per questo è meno criminale. Lo abbiamo sintetizzato in diversi articoli come il “dovete morire”: una parola d’ordine dei governi e delle corporation per “superare la crisi” e far ripartire l’accumulazione. Se la crisi, infatti, è – come è – una creisi di sovrapproduzione di capitali, quindi è sovraproduzione di denaro (finanza), merci, industrie, allora è anche sovraproduzione di popolazione.
La risposta classica è stata sempre la guerra. Interimperialistica, ovvero contro un altro imperialismo concorrente /quello tedesco e giapponese,nella seconda guerra mondiale), con grande “consumo” di capitale proprio (anche umano), ma soprattutto distruzione di capitale altrui.
Questo tipo di guerra, con la proliferazione globale degli armamenti nucleari, è diventato di fatto impossibile o quasi.

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19 Giugno: Contestazione convegno CWC

Oggi, 19 Giugno 2013, abbiamo contestato la quarta conferenza sul cyber warfare, la seconda ospitata dall’università di Roma “La Sapienza”. La conferenza (www.infowar.it) è stata organizzata da centri di ricerca de “La Sapienza” e dell’università di Firenze, unitamente a partner privati tra cui, Vitrociset, Finmeccanica (primo produttore di armi in Italia) e Maglan (società israeliana di difesa ed informazione, leader nel settore della cyber-guerra nonché ideatrice e finanziatrice del convegno).
Questo convegno mira a rafforzare la collaborazione fra università, governo e industria bellica, al fine di sviluppare il settore delle cyberweapons, ormai cruciale all’interno dei conflitti globali.
Dalla mattina abbiamo dato vita ad un presidio rumoroso sotto il rettorato dell’università, “sparando” contro il convegno diverse registrazioni di bombardamenti, all’attenzione dei numerosi agenti della digos che sorvegliavano e difendevano l’edificio.
Durante la giornata abbiamo informato gli studenti e le studentesse riguardo cosa stava accadendo nell’aula magna del rettorato, visto che questo genere di iniziative tendono a passare sotto silenzio, e a disturbare chiunque intendesse passare una tranquilla giornata discutendo delle ultime innovazioni in materia di armi cibernetiche e conflitti globali.
Il convegno di oggi è solo uno dei tanti esempi dell’effetto di anni di riforme universitarie, e stigmatizza sempre più chiaramente il ruolo delle università e di chi le frequenta: formare tecnici asserviti a chi si macchia quotidianamente di sangue in nome del profitto. Gli attori citati sono infatti protagonisti nella schedatura, nel controllo e nell’eliminazione del popolo palestinese, a cui va tutta la nostra solidarietà.
Il consolidamento dei rapporti tra università occidentali ed università/aziende israeliane è parte di una strategia dilagante, che la comunità accademica e la popolazione studentesca non possono ignorare. Per questo ci sembra fondamentale continuare ad evidenziare le collaborazioni tra atenei italiani, stato d’Israele ed aziende guerrafondaie: perché di ignavia si muore, e chi non prende posizione è complice.
Vengono nelle nostre università, malconce, a parlarci di sicurezza: una sicurezza che riguarda solo coloro che la vendono, aziende, enti governativi, forze dell’ordine, e che prevede controllo e repressione per chi si ribella a questo stato di cose: per questo esprimiamo solidarietà ai compagni e le compagne dell’Ex-Cuem di Milano, colpiti oggi da arresti domiciliari o indagati a piede libero.
#STANDUP4EXCUEM
FUORI LA GUERRA DALL’UNIVERSITA’
FUORI GLI SBIRRI DALL’UNIVERSITA’
Assemblea dell’officina di fisica