Pubblichiamo l’appello dei ricercatori contro la partecipazione dell’università alle ricerche di cyber-guerra
per adesioni scrivete all’indirizzo scienziati@insiberia.net
Pubblichiamo l’appello dei ricercatori contro la partecipazione dell’università alle ricerche di cyber-guerra
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Il 19 Giugno 2013 si terrà nell’aula magna de “La Sapienza” la quarta conferenza sulla cyber warfare, la seconda ospitata dall’università. La conferenza è organizzata da centri di ricerca del “La sapienza” e dell’università di Firenze, unitamente a partner privati tra cui, Vitrociset (Finmeccanica) e Maglan (ideatrice e finanziatrice). Tra i vari e numerosi relatori interverranno ad esempio il Colonello Giandomenico Taricco (II Reparto [Informazioni e Sicurezza] dello Stato Maggiore Difesa), specialisti del ministero dell’interno, esponenti del ministero della difesa, insomma il fior fiore dell’industria bellica, della difesa e dell’esercito italiani. Continua a leggere
Negli scorsi incontri del ciclo Scenari Energetici 2.0 abbiamo analizzato, a partire da un punto di vista tecnico, la questione dei rifiuti e le scelte tecnologiche attuate per il loro smaltimento. Abbiamo studiato l’impatto ambientale di differenti tipologie di impianto: tanto di quelle presentate come indispensabili allo smaltimento della monnezza, come discariche ed inceneritori, quanto di quelle propagandate come ecosostenibili, come impianti a biogas e biomasse. Continua a leggere
Il matematico britannico, uno degli scienziati più noti al mondo, ha ritirato la sua partecipazione ad un evento promosso dal presidente Shimon Peres a Gerusalemme
Gerusalemme, 8 maggio 2013, Nena News – La notizia sta facendo il giro del mondo. Stephen Hawking, uno degli scienziati più famosi, ha aderito alle iniziative di boicottaggio di Israele promosse da accademici e personaggi internazionali in segno di protesta contro il trattamento dei palestinesi da parte dello Stato ebraico.E lo ha fatto annunciando il ritiro della sua partecipazione ad un evento promosso dal presidente israeliano Shimon Peres a Gerusalemme. Lo riferisce il quotidiano britannico The Guardian. Continua a leggere
In uno scenario di ristrutturazione generale del sistema economico e produttivo, la fonte energetica che meglio si presta ai nuovi bisogni di produzione delocalizzata e’quella delle cosiddette biomasse.
Mentre grandi centrali da centinaia di MegaWatt alimentate a combustibili “tradizionali” rischiano di non essere piu’ competitive sul mercato elettrico rispetto alle fonti rinnovabili come il solare, piccole centrali a biomasse/biogas risultano essere una soluzione piu’ flessibile al problema, anche perche’ percepite “ecocompatibili”. Un tale immaginario “green”, di cui godono questi impianti, ha il notevole vantaggio di frazionare l’opposizione sociale che inevitabilmente viene a formarsi contro ogni progetto di grande opera dannosa per il territorio.
Se da un lato gli inceneritori di rifiuti ed i cementifici bruciano la frazione secca della monnezza (CDR e CSS), queste nuove centrali “bio” trattano la frazione umida dei rifiuti (FORSU e FOS) piu’una lunga serie di altri combustibili, proseguendo sulla strada che lega la gestione dei rifiuti alla produzione di energia.
L’incentivazione di questo tipo di impianti che massimizzano la produzione di biogas da decomposizione della materia organica, attraverso la tecnica della digestione anaerobica, taglia le gambe a qualunque soluzione di compostaggio aerobico dell’umido con recupero di materia.
Questo tipo di soluzione impiantistica non e´, quindi, del tutto innocua (si parla di più di 100 centrali solo nella provincia di Roma), né priva di conseguenze a livello ambientale, pensiamo perció che possa essere utile approfondire il problema e discuterne assieme
Siete tutti e tutte invitate a partecipare
MARTEDÍ 7 MAGGIO ore 16,30 VEF (Dipartimento di Fisica) La Sapienza
Interverranno Claudio Passantino (biotecnologo) e Gianni Tamino (biologo ISDE)
Il 17 aprile si è svolto lo sciopero unitario dei comparti pulizie e portinerie de “La Sapienza”.
L’astensione dal lavoro registrata è stata altissima, infatti circa l’80% di lavoratrici e lavoratori non ha timbrato il cartellino, grazie anche alla cassa di resistenza pensata garantire la partecipazione allo sciopero anche a coloro non si possono permettere di perdere una giornata dalla busta paga.
Sin dalle 6 meno un quarto era presente di fronte ai tornelli un partecipato picchetto di lavoratori e studenti determinato a far valere le proprie istanze. Continua a leggere
L’introduzione della parola magica “fonti assimilate”, nei decreti che regolano l’erogazione di incentivi statali agli impianti di produzione energetica, ha permesso un fiorire di investimenti nel settore dell’incenerimento dei rifiuti. Questo processo, oltre ad essere un vero spreco dal punto di vista energetico (l’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti è una frazione trascurabile di quella impiegata per produrli), impatta notevolmente sui territori nei quali viviamo: inquinamento dell’aria, del suolo, delle falde acquifere e del cibo che mangiamo.
Considerando il rifiuto come una possibile fonte energetica, invece che materia riutilizzabile, si continuerà inevitabilmente ad inquinare per favorire i profitti di chi specula sulla gestione dei rifiuti.
MARTEDI’ 23 APRILE 2013 ore 16
A La Sapienza la gestione di pulizie, guardianie, giardinaggio, verbalizzazione degli esami et cetera, è esternalizzata. Ciò significa che l’università appalta a ditte esterne tutti questi servizi, introducendo così degli intermediari che lucrano sulle spalle di lavoratori e lavoratrici.
Questi appalti sono stati vinti a ribasso causando un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro: il personale in malattia, pensione o assente per altre ragioni, non viene sostituito, ma si “chiede” ai lavoratori presenti di fare sempre di più. Gli stipendi d’altra parte si abbassano per via di decurtazioni ingiustificate in busta paga e, come se non bastasse, le ditte non rispettano quanto previsto dai contratti nazionali di categoria e dai capitolati d’appalto (elargizione del 28% in più per il Sabato, pagamento a parametro e non a ore, territorialità, scatti di anzianità ecc.). Continua a leggere
Lontano dagli occhi lontano dal cuore. Se vale per le persone figuriamoci per la monnezza. Quando gettiamo la spazzatura annodiamo stretto un sacchetto di plastica e buttiamo tutto in un cassonetto, che sia nero bianco o blu, chi saprebbe dire dove va a finire?
Secondo le recenti direttive europee non è possibile conferire in discarica monnezza non trattata, ma in cosa consiste questo trattamento? Abbiamo organizzato quattro incontri sulla gestione dei rifiuti come è oggi, a cominciare proprio dalla separazione industriale dei rifiuti (detta trattamento meccanico-biologico) finalizzata allo sversaento in discarica, ce ne parleranno:
Giovedì 11 Aprile Aldo Garofolo (chimico) e Renato Sabelli (chimico),
esperti dell’impatto ambientale di una discarica sul territorio: formazione dei percolati, emissioni in atmosfera, inquinamento delle falde acquifere e spreco di risorse.
Per evitare tutto questo la soluzione più semplice è differenziare il rifiuto a monte tramite una raccolta porta a porta, se questo non si fa non è per motivazioni tecnologiche bensì politiche: i rifiuti alimentano un sistema volto al profitto di pochi speculatori, proprietari di grandi impianti di trattamento, a danno della salute del resto della popolazione.
Ci stiamo incastrando in un vicolo cieco sociale, economico e politico ed intanto Malagrotta è arrivata al collasso e ovunque attorno a Roma incombe la minaccia di apertura di nuove discariche… Vogliamo ragionare su come uscirne comprendendo il problema a partire dai dettagli tecnici, fino ad arrivare a formulare una proposta di soluzione.
La logica dell’ EMERGENZA ha caratterizzato le scelte governative degli ultimi anni, garantendo la permanenza di politiche atte a salvaguardare l’appropriazione privata del profitto e ad imporre la socializzazione dei costi: dall’accordo Fornero sulla produttività, ai tagli all’istruzione pubblica e alla sanità o, più in generale, alla svendita di territori e servizi.
In questo quadro la cosiddetta green economy ha assunto un ruolo fondamentale: presentata come la nuova frontiera di investimento con cui creare occupazione e spacciata come sinonimo di “sviluppo eco-sostenibile”, nei fatti permette proficui investimenti e guadagni per pochi, ma a prezzo della mercificazione e sfruttamento dei territori e delle nostre vite, tanto quanto le vecchie fonti fossili. In tempi non sospetti, l’introduzione della parola magica “fonti assimilate“, nei decreti che regolano l’erogazione di incentivi statali agli impianti di produzione energetica, permise un fiorire di investimenti nel settore dell’incenerimento dei rifiuti. Continua a leggere