Oggi si è tenuto all’università l’incontro “ARMI CIBERNETICHE E PROCESSI DECISIONALI”. L’incontro è promosso dall’università “La Sapienza”, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero della Difesa, Ministero dello Sviluppo Economico, nonché da un elevato numero di aziende private, tra cui spiccano i nomi di Finmeccanica, che fa parte delle aziende che ci forniranno i caccia F-35 alla modica cifra di 15 miliardi e IBM, il cui progetto “smart cities” punta a creare una piattaforma in grado di interconnettere a livello informatico dati provenienti dalla realtà concreta della città, finalizzato al controllo, alla verifica del comportamento, al monitoraggio, alla localizzazione, previsione e costante tracciabilità di ogni movimento di ogni singolo/a.
Nel convegno a porte chiuse che si terrà all’interno dell’università si presenteranno i più avanzati strumenti tecnologici in materia di distruzione delle infrastrutture critiche di un paese (sistemi di distribuzione idrica ed energetica, telecomunicazioni, ecc.) attraverso attacchi cybernetici.
Lo scenario descritto è molto simile a quello che abbiamo davanti ai nostri occhi nell’attuale scenario di guerra in Siria e nel precedente conflitto in Libia.
Attraverso il sito del convegno (www.infowar.it) i partecipanti ci comunicano che un cyber-attacco massicciamente destabilizzante (una sorta di “11 settembre 2001 cibernetico”), portato avanti anche tramite azioni più subdole di manipolazione ed “eterodirezione” della sua opinione pubblica e leadership politica, produce una situazione di diffusa e intensa incertezza che indebolisce le capacità dello Stato aggredito di contrastare l’escalation di una eventuale crisi.
L’incontro è finalizzato a creare una “sinergia” tra ricerca tecnologica pubblica e privata. L’accordo, già firmato dall’infame “Magnifico rettore Frati”, punta non solo a garantire una costante entrata di fondi privati nell’ambito della ricerca, direzionandola secondo le esigenze di mercato ed in particolare verso quelle militari, ma, soprattutto, a garantire una formazione adeguata ai nuovi lavoratori della guerra. Un nuovo corso di studi, come dichiara in un’intervista uno dei dirigenti Finmeccanica, finalizzato a produrre tecnici in costruzione di armi cybernetiche.
Questo è il regalo lasciatoci da una serie di riforme universitarie e finanziarie che tagliando la spesa pubblica in ambito di ricerca hanno determinato l’ingente entrata dei privati nel settore.
Convegni o collaborazioni del genere non sono né auspicabili, né desiderabili e non possono tenersi in un luogo come l’università (ammesso e non concesso che si debbano tenere in generale…).
Purtroppo questo non è l’unico effetto che paghiamo delle politiche di aggressione capitalistica delle classi subalterne. Devastazione dei territori, scomparsa di garanzie sui posti di lavoro e attacco allo stato sociale sono gli aspetti in cui si sono manifestate politiche che richiedono la riduzione di tutti e tutte al sacrificio ed alla sottomissione pur di uscire dalla “crisi”.
Non studiamo per divenire bassa manovalanza di un sistema repressivo e guerrafondaio, usiamo, invece, le nostre conoscenze per combatterlo.
14 Novembre…Join the invasion!