FRATI…PER QUANTO CONTINUERAI A NASCONDERTI??

Questa mattina abbiamo deciso di invadere il rettorato per esprimere la nostra rabbia nei confronti di un sistema marcio come quello dell’Ateneo La Sapienza. E’ necessario dare una risposta forte e siamo intenzionati a costruire una settimana di iniziative di denuncia e di riappropriazione.

Anni di riforme, di ogni matrice partitica, hanno accentrato il potere attorno alla figura del Magnifico e hanno spianato la strada ad una gestione dell’ Università pubblica a favore delle lobby di potere, trasformandola in una vera e propria azienda. Ci siamo ritrovati con i principali servizi appaltati ad aziende esterne; il servizio telematico di registrazione degli esami appaltato per un milione di euro, così come quello di pulizia, di guardiania, di giardinaggio, ed altri, che manifestano il graduale e continuo ingresso dei privati a vari livelli all’interno dell’università. Tutto ciò ha provocato da un lato il rincaro e la dequalificazione dei servizi e dall’altro un peggioramento delle condizioni di lavoro. Ricordiamo che da più di un anno lavoratori come quelli del comparto pulizie sono in mobilitazione, e continuano a non essere ascoltati dall’università che scarica imbarazzata le responsabilità. Evidentemente la strategia della fuga è nota al Magnifico rettore, nonchè primario assenteista, Frati. Tra i lavoratori sfruttati bisogna annoverare anche i ricercatori precari, costretti a ore e ore di lavoro gratuito, senza alcuna possibilità di inserimento nell’organico dell’ Ateneo. Questo problema ha fatto sì che in una facoltà come quella di Giurisprudenza, l’organico sia ridotto ai minimi termini come conseguenza della scelta di non assumere i docenti precari interni, e preferendo invece le collaborazioni esterne. Così le aule disponibili sono ormai troppo piccole, perché un docente deve insegnare a centinaia di studenti. Anche in questo caso la soluzione trovata coinvolge grandi investimenti che potevano essere evitati: l’installazione delle tensostrutture: costruite con la scusa della carenza di aule in realtà devono supplire alla mancanza di professori per offrire una didattica, evidentemente di scarso livello, agli studenti. Quello che denunciavamo anni fa si sta concretizzando nel peggiore dei modi. E mentre il nostro rettore è al centro dell’ennesimo “scandalo” per il sequestro del reparto di oncologia del policlinico, di cui è il primario, dove, secondo i Nas, non venivano garantiti gli antidolorifici necessari a malati terminali di cancro, aumenta la repressione nei confronti degli studenti che scelgono di non tacere. Già prima dell’estate, alcuni studenti hanno subito multe stratosferiche dalla finanza per aver somministrato alcolici durante una festa; Giovedì scorso, invece, sono stati negati gli spazi serali agli studenti attraverso minacce e prepotenze da parte del rettore. Allo stesso tempo però, vengono concessi spazi e risorse per attività ludiche, a multinazionali come la Redbull o la Ceres, e ogni giorno banchetti espositivi di telefonia, automobili e bevande invadono l’università. Questo è quello che succede a La Sapienza mentre le facoltà rischiano di chiudere per mancanza di fondi. Noi vogliamo denunciare tutto questo e cominciare da oggi a sollevare la mobilitazione dentro l’Ateneo chiedendo le dimissioni del rettore Frati e di tutti coloro che verranno; per contrastaere i cambiamenti interni all’Università che, come nella società tutta, vanno sempre di più nella direzione del profitto. Che se ne vadano tutti! Questo è quello che vogliamo gridare con forza oggi: che se ne vada Frati e chiunque l’abbia sostenuto negli anni e quelli che verranno. Perchè il problema non è personale, ma sistemico. Che se ne vada anche Monti, il barone, un alto rappresentante di questo genere di politiche scellerate. Impone sacrifici a chi già ne fa, nascondendosi dietro un passato ed una qualifica che è proprio accademica. Così come Monti esegue i diktat di Banca centrale ed establishment europei, Frati si fa esecutore del processo di Bologna, processo europeo di ristrutturazione aziendale dell’università. Un’ulteriore passaggio cruciale è quello che legittima l’attuale potere e chi lo detiene: la retorica del merito. Logica perversa visto che non mira a colmare le enormi disparità di partenza tra i potenziali meritevoli, ma intende solo premiare chi sceglie un percorso di abnegazione su strade accademiche già battute. Meritevole è chi impara secondo una disciplina che riproduce tempi e ideologia del sistema dominante. Meritevole è chi lo fa “tecnicamente”. A dimostrazione di ciò è stata istituita la Scuola di eccellenza interna alla Sapienza che offre didattica di qualità, alloggi e mense gratuitamente per pochi eccellenti, o per meglio dire eletti.E’ ora di dire basta e di mandare tutti a casa!! Nessuna riforma o alternativa è possibile senza un cambio radicale di paradigma, senza la presa di parola di tutti e tutte, lo sviluppo di processi di autorganizzazione reale, senza un processo costituente dal basso dentro e fuori le Università.