UNIVERSITA’… MON AMOUR?

Ti sei iscritto/a a fisica convinto/a di diventare un grande scienziato? Dopo la particella di dio vuoi cercare quella del demonio? Credi che la laurea ti assicurerà un futuro vivibile?
Ti aspetta una brutta sorpresa: corsi di laurea che chiudono, canali dimezzati, tasse raddoppiate, corpo docente in estinzione, quasi nessuno spazio dove studiare…ed i pochi luoghi dove socializzare e rilassarsi invasi da tendoni-aule d’emergenza…

Prendiamo ad esempio il percorso di un fisico che possa permettersi le salate tasse universitarie, che alla luce dei nuovi aumenti non sono certo alla portata di tutti! Cominci seguendo necessariamente tutte le lezioni (altrimenti chi ci capisce qualcosa?!); studi come un matto per finire “in tempo”, rinunciando alla maggior parte dei tuoi interessi e un bel po’ di sano svago; evidentemente seguire questi ritmi se sei uno studente/lavoratore è difficile se non impossibile.

Scordati di dedicarti al lato piacevole di ciò che studi, magari approfondendo gli argomenti che ritieni più interessanti, qui nessuno vuole che ragioni con la tua testa, l’importante è sbrigarsi e attenersi strettamente a quello che ti viene richiesto. Il vero studente modello è il tecnico perfetto, con il suo pacchetto di conoscenze, in grado di interpretare manuali d’istruzioni, ma assolutamente disinteressato a leggere in modo critico ciò che studia e quello che viene deciso sulle propria testa.

Ti laurei, ottieni un gran bel pezzo di carta, e prosegui alla volta della magistrale. Una volta concluso questo percorso ad ostacoli nel più breve tempo immaginabile hai due possibilità: venderti all’azienda di turno (in un mercato del lavoro paralizzato), magari facendo tutt’altro rispetto a quanto ti eri immaginato, o proseguire la carriera accademica. Per quanto quest’ultima scelta risulti più nobile ed accattivante è tutta un’illusione.

Vuoi provare un dottorato? Dovrai combattere con i tuoi simili per

pochissime borse distribuite in base al potere, economico e politico, che esercita questo o quel gruppo di ricerca. Gli assegni di ricerca sono in via d’estinzione, i professori vanno in pensione e l’unica soluzione è chiudere i corsi, senza assumere nuovi docenti e ricercatori. Ringraziamo il brillante blocco del turn over ed i tagli operati dalle riforme degli ultimi 20 anni!

Ma se riesci a sfangarla, concluso il dottorato o il contratto da assegnista, la storia non cambia, anzi peggiora! Dovrai sempre reinventarti per vendere bene te stesso e i tuoi progetti. Sempre disposto all’emigrazione e a condizioni di lavoro discutibili, allevato all’insegna della guerra con i tuoi colleghi e di una falsa meritocrazia, spietata con chi non ha possibilità e garanzie alle spalle.

In questo scenario apocalittico come possiamo vivere ed attraversare l’università senza subirla, ma determinando il nostro percorso formativo? Un inizio è riprendersi il tempo, gli spazi, la socialità ed i saperi. Mentre tutto intorno ci dicono di correre, senza pensare, verso non si sa quale meta, trovare la forza di fermarsi, riflettere e discutere per capire come invertire la rotta. E allora riappropriamoci delle nostre competenze e dei nostri interessi. Partecipa all’assemblea per progettare insieme vie di fuga da questo disastro generalizzato: discutiamo di come riappropriarci degli spazi, di quale sia la nostra idea di università, di che ruolo dovrebbe ricoprire la scienza.

Rilanciamo la discussione e l’inizio di un lavoro di inchiesta sul funzionamento del nostro dipartimento con l’assemblea di Martedì 16 Ottobre ore 15.30 davanti al VEF.