Oggi, 19 Giugno 2013, abbiamo contestato la quarta conferenza sul cyber warfare, la seconda ospitata dall’università di Roma “La Sapienza”. La conferenza (www.infowar.it) è stata organizzata da centri di ricerca de “La Sapienza” e dell’università di Firenze, unitamente a partner privati tra cui, Vitrociset, Finmeccanica (primo produttore di armi in Italia) e Maglan (società israeliana di difesa ed informazione, leader nel settore della cyber-guerra nonché ideatrice e finanziatrice del convegno).
Questo convegno mira a rafforzare la collaborazione fra università, governo e industria bellica, al fine di sviluppare il settore delle cyberweapons, ormai cruciale all’interno dei conflitti globali.
Dalla mattina abbiamo dato vita ad un presidio rumoroso sotto il rettorato dell’università, “sparando” contro il convegno diverse registrazioni di bombardamenti, all’attenzione dei numerosi agenti della digos che sorvegliavano e difendevano l’edificio.
Durante la giornata abbiamo informato gli studenti e le studentesse riguardo cosa stava accadendo nell’aula magna del rettorato, visto che questo genere di iniziative tendono a passare sotto silenzio, e a disturbare chiunque intendesse passare una tranquilla giornata discutendo delle ultime innovazioni in materia di armi cibernetiche e conflitti globali.
Il convegno di oggi è solo uno dei tanti esempi dell’effetto di anni di riforme universitarie, e stigmatizza sempre più chiaramente il ruolo delle università e di chi le frequenta: formare tecnici asserviti a chi si macchia quotidianamente di sangue in nome del profitto. Gli attori citati sono infatti protagonisti nella schedatura, nel controllo e nell’eliminazione del popolo palestinese, a cui va tutta la nostra solidarietà.
Il consolidamento dei rapporti tra università occidentali ed università/aziende israeliane è parte di una strategia dilagante, che la comunità accademica e la popolazione studentesca non possono ignorare. Per questo ci sembra fondamentale continuare ad evidenziare le collaborazioni tra atenei italiani, stato d’Israele ed aziende guerrafondaie: perché di ignavia si muore, e chi non prende posizione è complice.
Vengono nelle nostre università, malconce, a parlarci di sicurezza: una sicurezza che riguarda solo coloro che la vendono, aziende, enti governativi, forze dell’ordine, e che prevede controllo e repressione per chi si ribella a questo stato di cose: per questo esprimiamo solidarietà ai compagni e le compagne dell’Ex-Cuem di Milano, colpiti oggi da arresti domiciliari o indagati a piede libero.