“Non credo che la scienza possa proporsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana. Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed ogni nuova macchina non sarà che fonte di nuovi triboli per l’uomo. E quando, coll’andar del tempo, avrete scoperto tutto lo scopribile, il vostro progresso non sarà che un progressivo allontanamento dall’umanità.”
B.Brecht
Da sempre la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico sono stati fonte di ispirazione per scrittori, filosofi e, più recentemente, registi.
I progressi della scienza, promettendo un controllo sempre maggiore da parte dell’uomo sulla natura, accompagnato dalla creazione di macchine sempre più sofisticate in grado di svolgere lavori pesanti e noiosi, avevano alimentato il sogno della liberazione dell’uomo dal lavoro e in generale un immaginario utopico in cui l’umanità fusa con la macchina fosse in grado di superare tutte le avversità dell’esistenza, compresa la morte.
Con l’esperienza e il passare degli anni si fece però strada un’idea completamente diversa: la distopia, dove l’immagine positiva e provvidenziale della scienza e del progresso viene completamente ribaltata. L’uomo si trova ora a fare i conti con mondi terribili in cui i ruoli spesso sono scambiati e le macchine la fanno da padrone.
Nel cinema queste paure prendono forme particolarmente suggestive: terribili regimi totalitari del futuro, grazie alla scienza e i prodigi della tecnologia, governano società-schiavitù in cui l’uomo ha perso ogni briciola di libertà, spesso senza neanche rendersene conto.
In questo caso è proprio la realizzazione del “progresso” a rendere possibile l’imposizione di questi regimi in cui una tecnologia onnipresente riesce allo stesso tempo a controllare le persone e in qualche modo a nasconderle la “verità”.
Vogliamo riaprire un dibattito sul ruolo della scienza e sulla figura dello scienziato nell’era della tecnologia e dell’informazione. Pensiamo che prendendo spunto anche dalla fantasia di registi e scrittori, spesso incredibilmente simile alla realtà, si possa cominciare a costruire insieme un visione critica di ciò che stiamo studiando e della realtà che ci circonda.