In uno scenario di ristrutturazione generale del sistema economico e produttivo, la fonte energetica che meglio si presta ai nuovi bisogni di produzione delocalizzata e’quella delle cosiddette biomasse.
Mentre grandi centrali da centinaia di MegaWatt alimentate a combustibili “tradizionali” rischiano di non essere piu’ competitive sul mercato elettrico rispetto alle fonti rinnovabili come il solare, piccole centrali a biomasse/biogas risultano essere una soluzione piu’ flessibile al problema, anche perche’ percepite “ecocompatibili”. Un tale immaginario “green”, di cui godono questi impianti, ha il notevole vantaggio di frazionare l’opposizione sociale che inevitabilmente viene a formarsi contro ogni progetto di grande opera dannosa per il territorio.
Se da un lato gli inceneritori di rifiuti ed i cementifici bruciano la frazione secca della monnezza (CDR e CSS), queste nuove centrali “bio” trattano la frazione umida dei rifiuti (FORSU e FOS) piu’una lunga serie di altri combustibili, proseguendo sulla strada che lega la gestione dei rifiuti alla produzione di energia.
L’incentivazione di questo tipo di impianti che massimizzano la produzione di biogas da decomposizione della materia organica, attraverso la tecnica della digestione anaerobica, taglia le gambe a qualunque soluzione di compostaggio aerobico dell’umido con recupero di materia.
Questo tipo di soluzione impiantistica non e´, quindi, del tutto innocua (si parla di più di 100 centrali solo nella provincia di Roma), né priva di conseguenze a livello ambientale, pensiamo perció che possa essere utile approfondire il problema e discuterne assieme
Siete tutti e tutte invitate a partecipare
MARTEDÍ 7 MAGGIO ore 16,30 VEF (Dipartimento di Fisica) La Sapienza
Interverranno Claudio Passantino (biotecnologo) e Gianni Tamino (biologo ISDE)
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Esposizione chiara ed efficace come sanno sempre fare gli associati ISDE. Il rammarico è che siamo sempre noi a dover dimostrare la pericolosità di questi impianti basandoci su studi e statistiche fatte successivamente alla installazione quando andiamo a contare i morti o i malati di tumore. Perchè a noi l’onere della prova? Perchè dobbiamo contare i morti per dimostrare che abbiamo ragione?Perchè non devono essere “loro” a dover provare che tali impianti sono sicuri? Un saluto /Claudio
Ciao ragazzi,
ho seguito il seminario e vi faccio i miei complimenti per il suo buon esito.
In occasione di quel incontro molti di voi mi avevano garantito che la registrazione così come le diapositive sarebbe state disponibili sul vostro portale. Ma in realtà io non riesco a ritrovarle, nel caso le abbiate già pubblicate potreste per cortesia, inoltrarmi il link. Grazie mille, al prossimo incontro!
Basta avvicinare il cursore del mouse al link alla pagina generale degli incontri ed apparirà il menù con i contenuti divisi per tematica.
Comunquesia i link con il materiale li puoi trovare nelle tre pagine:
http://officinafisica.noblogs.org/cose-scienza-e-conflitto/primo-incontro-tmb-e-discariche/
http://officinafisica.noblogs.org/cose-scienza-e-conflitto/inceneritori/
http://officinafisica.noblogs.org/cose-scienza-e-conflitto/biogas-e-biomasse/